La noia, emozione diffusa 
La noia, senso di insoddisfazione legata ad essere occupati in un’attività monotona e priva di significato, può avere una breve durata (come quando siamo in un momento di attesa) oppure una durata più protratta ed invadere pesantemente le giornate. In quest’ultimo caso, si colgono altre sfumature della noia: è descritta come una sensazione in cui manca qualcosa ma senza sapere cosa; evoca un blocco di desiderio e di azione; implica la coesistenza di “vorrei fare qualcosa e non voglio fare nulla”; è inattivazione di capacità mentali e risorse; è assenza di significato. 

I confini della noia – La noia come incastro 
La noia rende le giornate impalpabili e offuscate, come la nebbia, se diventa lo stato d’animo prevalente dell’esistenza. Legata a monotonia e insoddisfazione, produce frustrazione quando è dilagante o se non si trova un modo per trasformarla. La noia si presenta spesso come stanchezza e gravosità, che rendono difficile un movimento e che possono innescare un circolo vizioso di inattività. Ci si ritrova così bloccati, come dietro un muro di mattoni, a pensare quello che potrebbe essere o che potrebbe accadere ma che non si ha la forza di realizzare. A volte si pensa che vada eliminata e che, per farlo, servano stimoli continui, che riempiano in modo incessante il vuoto percepito… “mi stavo annoiando e ho iniziato a mangiare tutto quello che trovavo” … “l’altra sera non sapevo cosa fare… ho pensato di fare una giocata on line… ma non è stata solo una… ho perso molti soldi” … “non sapevo cosa fare… sono rimasta sdraiata tutto il pomeriggio sul divano a scrollare i social…”.
Si nota un filo rosso tra la noia e le abbuffate, il gioco d’azzardo, l’uso passivo dei social network come se essa ne fosse la causa. Viene attribuita alla noia una responsabilità, quando, in realtà, è “solo” la punta di un iceberg, la cui base è ciò che aiuterebbe a capire il motivo dei comportamenti disfunzionali. Il corpo dell’iceberg è costituito dall’immagine che una persona ha di sé, dal valore che si riconosce, dal senso che attribuisce alla propria esistenza, dal ruolo che pensa di avere nelle relazioni.

I confini della noia – La noia come protezione
Se pensiamo che la noia sospenda l’azione, essa diventa anche occasione, poiché crea uno spazio di pensiero in cui si fanno spazio dubbi e domande che chiedono di essere ascoltati. Ci consente di fermarci, segnala che forse è tempo di cambiare qualcosa, chiedendo di attivare una riflessione e anche fantasia e creatività. Emerge, dunque, l’essenza paradossale della noia: è inattivazione e spinta all’azione nello stesso tempo.

Conoscere la noia per poterla gestire 
Per stare meglio non si tratta di eliminare la noia. Si tratta di capire e conoscere le basi dell’iceberg, perché questo porterebbe ad un ridimensionamento della noia stessa. La noia parla “al posto di”: noi ne vediamo facilmente la punta, ma possiamo permetterci di immergerci per vedere il resto dell’iceberg?

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