Lode al disegno infantile

Il disegno: oro per noi psicologi.
I disegni dei bambini sono oro per noi psicologi.
Interpretare un disegno significa provare a tradurre il senso oscuro e segreto che cela in sé in un linguaggio più facilmente comprensibile per noi adulti. Dal gesto grafico ci avviciniamo alla psiche, tentando di decifrare il linguaggio dell’inconscio. L’interpretazione di un disegno è come l’analisi di un testo antico: a partire da alcuni frammenti di testo, costruiamo delle ipotesi.
Lo possiamo fare solo partendo da un’osservazione che ascolta, dalla posizione di chi accoglie e recepisce senza intrudere.

Un immenso lavoro di sperimentazione.
Prima ancora di provare a interpretare un disegno, però, possiamo accorgerci di quale immenso lavoro di sperimentazione stia dietro all’attività del disegnare, fin dai suoi esordi. Possiamo rendercene conto e quindi rispecchiare, con il nostro sguardo attento e affettuoso, il valore delle entusiasmanti conquiste che il bambino sta compiendo di fronte a un foglio di carta.

Il gesto esplosivo e le tracce.
La preistoria dell’espressione grafica inizia con la manipolazione da parte del bambino di prodotti che lasciano tracce durature. Le tracce grafiche rimangono, là fuori, separate dal bambino e osservabili. È elettrizzante lasciare dei segni, delle macchie che si espandono, dei puntini che prima non c’erano!
E quando scopre che esiste un legame tra il proprio gesto e la traccia che è là fuori, il bambino prova piacere e quindi ripete il gioco. Lo scarabocchio, infatti, originariamente è un piacere puro fine a se stesso: all’inizio è un gesto che nasce dal piacere di compierlo, dal piacere di sentire la matita contro la carta, dal piacere di lasciare una traccia.

Intenzionalità e analogie.
Quando scopre di esserne la causa, il bambino inizia a disciplinare il gesto. È lui a creare, è lui che (attraverso un pastello, un pennello, una matita) riesce a forzare la realtà esterna; padrone di questa nuova competenza, ora controlla intenzionalmente lo scarabocchio. Non è più l’occhio a seguire la mano, ma il contrario: l’occhio la precede e la guida. Il bambino si accorge di poter fermare il gesto e quindi, se prima tracciava solo delle lunghe linee, ora introduce i trattini. Quello che era un gesto esplosivo diventa un’azione guidata e diretta.
Sperimentando, scegliendo tra una varietà di linee possibili (spezzate, oblique, arrotondate…), il bambino incontra le forme. Rimane stupefatto dalla somiglianza tra alcuni dei suoi segni e ciò che lo circonda.
Incontra e impara a disegnare il cerchio: l’Io dentro un confine.

Le rappresentazioni e il potere simbolico del disegno.
Una successiva sensazionale scoperta è quella di poter rappresentare qualcosa. Se prima c’era un’accidentale intenzionalità, ora è il tempo del realismo e cioè della deliberata intenzione di rappresentare qualcosa, del compimento di questa rappresentazione e della capacità di ripeterla. 
Gli oggetti vengono disposti sul foglio, come parole in una frase. E, accanto al valore narrativo legato al tema del disegno, compare il valore simbolico.
Il linguaggio onirico del disegno si dispiega, anticamera di significati profondi.

Uno spettatore consapevole e meravigliato.
Il disegno entra sempre nella stanza di terapia, quando c’è un bambino. Ha un valore anche terapeutico non di per sé, ma in quanto strumento che casca nel mezzo di una relazione privilegiata. È la relazione, contenimento rassicurante che aiuta e che autorizza a pensare, che fa sì che il bambino adoperi il disegno nella linea di quello che sta facendo con il suo terapeuta.
E fuori dalla stanza di terapia?
Di fianco a un bambino entusiasta per la macchia di colore che ha appena gettato sulla carta, concentratissimo nell’accompagnare una lunga linea attraverso il foglio, sbalordito perché ha riconosciuto un volto tra i segni che ha appena tracciato… di fianco a un bambino così, è bellissimo avere un adulto curioso, partecipe ma non invadente, capace di sostenere, non giudicante, meravigliato.
Un adulto consapevole di essere di fronte a qualcosa di prezioso, entusiasmante e vitale: lo sviluppo di una mente.

Articoli consigliati