Riconoscere la tristezza.

Nella foto si colgono luci ed ombre di una giornata che sta per volgere al termine.

Dove si pone il vostro sguardo? 
Lo sguardo si posa sul contrasto tra il bianco e il nero e le sfumature di colore? Sulla parte dell’immagine che diventa sempre più scura? Oppure va verso l’arancione del cielo che si intravede al finire della strada? 
La nostra attenzione si posa su un particolare piuttosto che un altro anche in base al significato che diamo al concludersi della giornata e in base ai vissuti che prevalgono in quel momento.
C’è chi sente che il finire di una giornata porti pace. La fine della giornata coincide con il tacere delle sollecitazioni che, come radici, si sono insinuate nel terreno durante il giorno ed hanno preso spazio, togliendo il fiato. “La sera o la notte ricomincio a vivere nel mio spazio, nella mia solitudine. Non devo rendere conto a nessuno e posso essere me stessa… tolgo le maschere che durante il giorno mi accompagnano mentre sto con gli altri… Finalmente la sera torno a respirare “. 
C’è chi intende, invece, la fine della giornata come ciò che era ma che ora non è più. La mancanza, che evoca il vuoto, paradossalmente diventa pesante. Come roccia che schiaccia, toglie anche le minime parti vitali che il giorno invece aveva un po’ sostenuto… la tristezza si fa strada, a volte più lieve e a volte più intensa. “Non voglio fare niente… solo stare a letto… “. 
La fine della giornata può anche essere sentita come intrisa di silenzi e vuoti, fantasmi che affollano il buio della notte e che disturbano il sonno. “Non riuscivo ad addormentami… la mente era piena di pensieri incalzanti che non si fermavano”.

La valenza della tristezza
Le ombre della foto potrebbero rappresentare la tristezza.
La tristezza è una delle emozioni primarie, ha una valenza relazionale perché esprime il bisogno di conforto, di vicinanza e di sostegno da parte dell’altro. Nello stesso tempo la tristezza porta anche ad una chiusura, ad un ritiro su di sé; spinge a riflettere sugli eventi per trovarne un senso. Spesso le viene attribuita una valenza negativa o di fragilità e, per questo, viene mascherata, negata, evitata.
Qualunque sia il proprio sentire e la sua intensità, ciò che può aiutare è darne una forma e un legame con la propria storia.
Lo sguardo può andare sul bianco e nero, ma può anche cercare di non perdere di vista l’arancione del cielo e le sue sfumature, oscillando tra l’interezza ed il particolare, come accade in un percorso di psicoterapia.

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